A proposito di notare e (an)notare, ricordo che incontrai Marco Zamperini una volta a Milano, forse proprio l'anno in cui, pochi mesi dopo, morì. Non ci conoscevamo né lui aveva idea di chi io fossi. Presentavano un nuovo iPad, non ricordo nemmeno quale, quello di quell'anno insomma. Ricordo che lui era al computer, stava vedendo il keynote forse. Eravamo da Hagakure (ho controllato adesso e manco esiste più, ma se non ricordo male è diventata un'altra cosa e ha cambiato nome). Comunque: non so cosa mi spinse a farlo ma gli chiesi cosa gliene pareva. Non ricordo cosa mi disse ma si girò verso di me e mi spiegò cosa ne pensava. Per filo e per segno, come se ci conoscessimo da anni, a parte il fatto che ci conoscevamo - se così si poteva dire - da 2 secondi.
Mi è tornato in mente che di alcune persone si dice abbiano questa peculiarità: che quando parlano con te sono capaci di stabilire una connessione così forte che ti fa pensare che, in quel momento, sei l'unica persona al mondo o almeno l'unica a cui stanno dando tutta la loro attenzione. Sono capaci di notarti e di farti capire che, anche se solo per pochi istanti, è importante quello che pensi e che tu sei importante. Magari non è vero, magari lo fanno ma non lo pensano perché è un moto inconscio ma poco conta: ti fanno sentire "notato". E Zamperini per me fu questo tipo di persona.
"Ti dico un fatto" è un po' come Hai mangiato? Una promessa di Cura. Ricordo ancora il pomeriggio a casa di Paola, con te, Filippo, Artemisia e Zoltar.
A proposito di notare e (an)notare, ricordo che incontrai Marco Zamperini una volta a Milano, forse proprio l'anno in cui, pochi mesi dopo, morì. Non ci conoscevamo né lui aveva idea di chi io fossi. Presentavano un nuovo iPad, non ricordo nemmeno quale, quello di quell'anno insomma. Ricordo che lui era al computer, stava vedendo il keynote forse. Eravamo da Hagakure (ho controllato adesso e manco esiste più, ma se non ricordo male è diventata un'altra cosa e ha cambiato nome). Comunque: non so cosa mi spinse a farlo ma gli chiesi cosa gliene pareva. Non ricordo cosa mi disse ma si girò verso di me e mi spiegò cosa ne pensava. Per filo e per segno, come se ci conoscessimo da anni, a parte il fatto che ci conoscevamo - se così si poteva dire - da 2 secondi.
Mi è tornato in mente che di alcune persone si dice abbiano questa peculiarità: che quando parlano con te sono capaci di stabilire una connessione così forte che ti fa pensare che, in quel momento, sei l'unica persona al mondo o almeno l'unica a cui stanno dando tutta la loro attenzione. Sono capaci di notarti e di farti capire che, anche se solo per pochi istanti, è importante quello che pensi e che tu sei importante. Magari non è vero, magari lo fanno ma non lo pensano perché è un moto inconscio ma poco conta: ti fanno sentire "notato". E Zamperini per me fu questo tipo di persona.
Esattamente così. Lui c’era e ti faceva sentire che c’eri. Grazie.
Grazie a te di averlo ricordato. Mi hai riportato alla mente un ricordo altrettanto bello.
"Ti dico un fatto" è un po' come Hai mangiato? Una promessa di Cura. Ricordo ancora il pomeriggio a casa di Paola, con te, Filippo, Artemisia e Zoltar.
Lo ricordo benissimo anche io, così come ricordo quando ci siamo incontrati a Spoleto e quei due hanno fatto comunella direi al primo sguardo <3
già! <3 Dovete tornare qui, altra promessa.