Koselig #154 - l'onda anomala
del come a volte non saper dove andare ti porta dove hai sempre voluto essere
Buon lunedì 22 gennaio,
a questo giro la nostalgia per Lanzarote colpisce duro, anche se qui a Milano le giornate fredde e luminose rendono tutto scintillante e sui Velux la brina sembra quasi disegnare frattali galavernosi. Il pensiero però torna spesso lì, al largo della costa nordafricana, in particolare all’oceano.
Per chi è abituato al Mar Mediterraneo, in particolare alla dolcezza digradante delle coste ioniche (almeno di quelle tarantine), l’oceano può e deve fare paura. C’è una potenza e una velocità nelle correnti che mi fa sentire gli echi del tempo lontano in cui eravamo in balia delle forze della natura. Mi dispiace non poter sempre nuotare, mi piace tantissimo stare semplicemente ferma, quasi a riva, e sentire la forza della risacca a cui è impossibile fare resistenza, puoi solo assecondarla (anche se finisci sotto, io ho ancora sabbia ovunque). Oppure, forse la sensazione più bella, nuotare oltre le onde e restare sul posto, in quella condizione di calma apparente dove polleggiano i surfisti (con e senza tavola).
Le rare volte in cui mi avventuro al di fuori della mia rete, allentando le maglie di un linguaggio scelto per parlare a chi può capire, mi sento un po’ in balia dell’oceano e senza leash, il laccio che tiene la tavola legata a te. Mi piace di più decidere io quando e come gironzolare in cerca di stimoli diversi, come quelli garantiti da Una cosa al giorno e da Perdersi in rete, il libro di cui ho scritto la prefazione.
Alla presentazione milanese del libro ho provato a dire una cosa che mi è uscita credo un po' confusa (avevo fame), oppure è proprio difficile da spiegare, perché ha a che fare con quel comportamento emergente così difficile da comprendere e così necessario per capire il mondo delle reti neurali (il mondo in cui viviamo oggi).
Ogni volta che si parla di serendipity e di libera esplorazione, di cazzeggio, di flânerie, rispunta l'annoso problema dell'algoritmo che ti propone solo cose che ti piacciono già.
Ora, è vero, verissimo, ma c'è un ma grande come la rete: se le cose che ti piacciono o che ti incuriosiscono sono tante e diverse, cioè se hanno una variabilità (diverso da varietà) elevata l'algoritmo di suggerimento di tutte le piattaforme digitali reagisce in modo molto interessante. Questo è tanto più vero da quando l'AI che lo potenzia funziona meglio.
Non solo: la variabilità conta anche con quello che fai nella realtà fisica, soprattutto se ti lasci geolocalizzare (ricordo ai meno addentro che chiunque abbia uno smartphone con sé lascia tracce dei suoi spostamenti, registrate da Google se hai Android e da Apple se hai iOS).
Se in una giornata media tu guardi gli stessi siti, interagisci con le stesse persone, posti le stesse cose e sei negli stessi posti non è tanto che l'algoritmo ti rinchiude in una bolla, è che tu vivi in una bolla. Se tu rincretinisci l'algoritmo perché ogni giorno vedi, posti, scrivi, frequenti irregolarmente cose molto diverse tra di loro, beh, non solo l'algoritmo invece di rincretinirsi ti sorprende, ma ehi, anche la tua vita diventa più interessante.
L’ho scritto anche su Facebook, ma è talmente importante che lo ripeto qui: l’algoritmo ti restituisce quello che fai. Non chi sei, ma quello che fai: è tutto, ancora, nelle tue mani.
Quando a Playa Papagayo, la spiaggia più riparata di Lanzarote, un’onda anomala ha completamente inzuppato solo me e Filippo, la prima cosa che ho pensato è stata #chesfiga. La seconda: wow. Il battesimo dell’oceano.
Spigolature
Ho mollato Le Schegge per The Shards. Massimo rispetto per il traduttore, ma un paio di scelte, ripetute, mi infastidivano e solo BEE può infastidirmi.
Anche Proust può, ma La prigioniera non finiva mai, mai, mai e mi ha un po’ rallentato con Albertine scomparsa. Però vedo la fine e vedo anche la Fine.
Tutti gli ultimi episodi di The Crown sono da vedere. E abbiamo finito Billions, che è finita full RioBravo ed è finita per davvero. Mi mancherà molto, per le continue citazioni e per una verosimiglianza non realistica ma reale.
Agenda presentazioni
1 febbraio, Cherasco, 20:30, Vivere è comprendere
29 febbraio, Torino, 18:00
2 marzo, Bologna
18 marzo, Firenze, “Intelligenza Artificiale: verso nuovi universi e paesaggi?” (formazione per insegnanti)
Se vuoi organizzare una presentazione di In principio era ChatGPT, in una libreria, in una palestra, in piazza, ma anche in azienda o nella tua agenzia, scrivimi e organizziamo: ho ancora tante cose importanti da dire.
Agenda corsi
quando vuoi: Pronto Soccorso AI, 35 euro, un videocorso per avvicinarsi alle intelligenze artificiali. Con un aggiornamento di
Alberto Puliafito che mostra come creare il tuo BOT con ChatGPT 4.
È ripartito Story Hacking, il mio progetto di formazione & allenamento a bassissimo costo. Il prossimo incontro è il 20 febbraio alle 12.
Shopping
Che cosa ho comprato (idea rubata a Domitilla Ferrariche l'ha rubata al Post)
Ricordo, soprattutto ai nuovi arrivati (grazie!) che i consigli di questa newsletter non sono in vendita, però ogni tanto i libri che leggo mi vengono regalati dall'editore e su molti link c'è un codice di affiliazione, cioè se clicchi e compri io prendo una piccolissima percentuale (e a volte tu uno sconto).
Readwise (app di condivisione di sottolineature)
WestWing (bonus di 30 euro)
You need a budget
Buon tutto. Grazie di esserci. Mafe
Sto pensando a questa frase qui che ho letto su Abel (l'ultimo libro di Baricco) da lunedì, quando ho letto Koselig: «Siamo già stati dove non siamo mai stati, e anzi, a dirla tutta, veniamo da lì».
Continua a risuonarmi e a ritornare <3
Bellissima riflessione, Mafe. Proprio in questo periodo sto tenendo un percorso per i docenti della secondaria (e quindi, per proprietà transitiva, il mio pubblico sono gli studenti) e la questione dell'individualizzazione (v. algoritmo) mi pare cruciale da sottolineare. Grazie.