Koselig #146 - sulla punta della vita
Mi serve, tantissimo, una parola nuova, che assomigli a ottimismo ma significhi molto altro
Buon lunedì 13 novembre da un autunno milanese particolarmente luminoso (sarà merito di Spazio Celeste che mi sta facendo amare novembre? Chissà!)
Ieri io e Filippo, mio marito, siamo andati a pranzo al ristorante indiano di Via Panfilo Castaldi, che non è più lo stesso ma è rimasto uguale (ed è sempre buono e nella lista dei vini c’è sempre lo Yellow Tail, vino amatissimo dai trentenni di vent’anni fa, con la Fidaty veniva via con niente, non eravamo ancora tutti sommelier e bevevamo la qualunque).
Siamo entrati al ristorante con un grigino nebbioso umido che mi fa sempre pensare “beh dai comunque non è poi così male però vorrei tornare a letto” e siamo usciti con un cielo azzurro e terso, l’aria scintillante e quel freddo piacevole che ti fa pensare “dove ho lasciato gli sci?”. Tornando verso casa prendiamo via Benedetto Marcello, che a leggere la social media street sembra ormai in preda a un degrado senza fine e che per me è soprattutto la via del mercato. E lì entriamo in uno di quei mondi paralleli in cui ci capita spesso di finire, quelli che quasi nessun altro sembra vedere o se li vedono non ne parlano mai. C’è la fontana con le piscine, bellissima con tutta quella luce. Intorno un gruppo eterogeneo di persone, tra di loro un paio di ragazzi con dei registratori in mano. Sbircio nella fontana, ci sono delle gocce di vetro blu. Sono sicura di non averle mai viste prima. “Sapete di cosa si tratta?”, mi chiede un ragazzo alto con un loden di altri tempi. “No, spiegaci”.
“Come se fossimo nuovi”, azione artistica in ricordo di Alessia e Sergio, è un esercizio poetico di Gianni Moretti e Chiara Ronzoni, curato da Lisa Parola. È un progetto della Fondazione Il Lazzaretto, parte del Festival della Peste. È un esercizio per riempire il vuoto del lutto che parte con le lacrime, perché, come scriveva Alexander Lowen, citato dai due artisti “Il pianto è come la pioggia: a volte dolce, a volte violenta, ma sempre necessaria alla vita della terra”. Siamo tornati a casa felici con le nostre lacrime, numerate (la mia: 338).
Tra ottimismo e realtà
Quando qualcuno dice che sono ottimista io mi stranisco sempre. Un po’ perché so che quasi sempre chi dice ottimista pensa “idealista, illusa, ingenua, Alice nel paese delle meraviglie / Pollyanna”. Un po’ perché l’ho sempre pensata come il medico e statistico Hans Rosling: “Non sono un ottimista, sono un possibilista molto serio”. Guardo la realtà e vedo altro, per esempio vedo una fontana con una piscina e delle lacrime blu dentro, là dove forse un altro avrebbe tirato dritto senza guardare. Dove gli altri vedono problemi io vedo quasi sempre soluzioni.
Ci sarà, però, qualcuno che mi pensa ottimista senza connotazioni negative e, per rispetto nei suoi confronti, sono andata a guardare sul dizionario.
Ottimismo, la disposizione psicologica che induce a scegliere e considerare prevalentemente i lati migliori della realtà, oppure ad attendersi uno sviluppo favorevole del corso degli eventi.
Come quasi sempre accade mi sbagliavo eppure avevo ragione. Non mi aspetto uno sviluppo favorevole nel corso degli eventi quasi mai. Sono fiduciosa, sì, ma in senso strategico: ho imparato che la paura è quasi sempre la causa dei problemi, non una forma di cauta prevenzione. Ma non mi aspetto niente di buono. Non credo neanche di scegliere i lati migliori della realtà, non apposta, almeno. Ma sì, decisamente, tendo a considerare prevalentemente quelli. A isolarli dal resto. A vedere la riga gialla, direbbe Stephen King. A sapere dove andare, cosa è giusto fare, come si potrebbe o dovrebbe raddrizzare qualcosa. A volte ci riesco pure. Se questo è ottimismo, ok, lo ammetto.
Mi chiamo Mafe e sono un’ottimista, anche se tornata a casa sorridente con la mia lacrima di vetro, dopo aver acceso tutte le candele che avevo in casa per festeggiare Diwali ho aperto Instagram e mi sono ritrovata in un mondo in cui ospedali bombardati rimangono senza corrente elettrica. Ho guardato le mie candele accese e la mia lacrima di vetro e posso assicurarti che sì, si può rimanere fiduciosi proprio mentre tutto sembra andare rotoli. L’alternativa non piacerebbe neanche a “chi è portato a considerare e a giudicare le cose della vita nei loro aspetti peggiori”. “Vogliamo raccogliere le lacrime e trasformarle in parole e pensieri”, dicono i due artisti di Via Bendetto Marcello. E se insieme a possibilista, la parola usata da Rosling, usassimo una parola nuova, che ottimismo e pessimismo sono ormai usurate?
Spigolature
Ero talmente stanca che ho letto solo La verità di Maria, di Glenn Cooper.
Ieri sera abbiamo iniziato Hijack, con Idris Elba. Come si chiama una serie page turner? Episode turner?
Nell’episodio visto ieri di Criminal Minds, Unfinished Business, Spencer Reid dice “Hotch, repetitive thinking is the death nail for the brain. For complete brain usage diverse stimulation is the key.”
Agenda
Questa settimana
16 novembre, 18:00, Excursus, Bookcity, YoRoom. Serve registrarsi e iniziamo con l’aperitivo.
Sabato 18 novembre | 17.30 – 18.30 Biblioteca Baldini, Stanza Baldini, Letture Liminali a Santarcangelo di Romagna, io e Giovanni Boccia Artieri
Più avanti
martedì 21 novembre, 19:00, Hangar Firenze, io e Silvia Di Dio
22 novembre, 11:00, BTO, Firenze: Degustare l’AI
25 novembre, Pazza Idea, Cagliari (il worskhop Un bot per amica e una presentazione, orari in definizione)
29 novembre, dalle 9:00, HR IntelligenceS, Milano e in streaming
30 novembre, Trieste, tavola rotonda
1 dicembre, Milano, Rottoliamo, Intelligenza Artificiale come specchio del meglio, io e Marisandra lizzi
Se vuoi organizzarne una, in una libreria, in una palestra, in piazza, ma anche in azienda o nella tua agenzia, scrivimi: ho tante cose importanti da dire.
Agenda corsi
quando vuoi: Pronto Soccorso AI, 35 euro, un videocorso per avvicinarsi alle intelligenze artificiali. Con un aggiornamento di
che mostra come creare il tuo BOT con ChatGPT 4.È ripartito Story Hacking, il mio progetto di formazione & allenamento a bassissimo costo. Il prossimo incontro è lunedì 27 novembre alle 12.
Shopping
Che cosa ho comprato (idea rubata a Domitilla che l'ha rubata al Post)
Ricordo, soprattutto ai nuovi arrivati (grazie!) che i consigli di questa newsletter non sono in vendita, però ogni tanto i libri che leggo mi vengono regalati dall'editore e su molti link c'è un codice di affiliazione, cioè se clicchi e compri io prendo una piccolissima percentuale (e a volte tu uno sconto).
Readwise (app di condivisione di sottolineature)
WestWing (bonus di 30 euro)
You need a budget
Buon tutto. Grazie di esserci. Mafe
Appena torno dall'India se ti va andiamo insieme a quel ristorante, e ti racconto il viaggio di un'ottimista come te ;)
Molto amore per il vino australiano e per il lacrimismo azzurro.