Koselig #136 - mi sento vulcanica
Non nel senso metaforico, ma letterale: sono tornata a Lanzarote e vorrei restarci per sempre.
Buon lunedì 22 maggio,
ti scrivo poco perché sto lavorando a un nuovo libro, non previsto: un libro sulle intelligenze artificiali generative, da completare velocemente. Anche per questo, per la prima volta da anni, mi sono portata il Mac in vacanza, a Lanzarote.
È la terza volta che ci torno, la prima in primavera. Giornate lunghissime, mare più bello, vento forte e sempre la stessa, incredibile sensazione di essere collegata a una batteria, a una ricarica, a una fonte di energia. Non so se è il vulcano - tutto quel nero, con quelle case bianche e il mare azzurro, con il cielo un po’ nuvoloso -, non so se è l’idea stessa di isola che da sempre mi fa sentire a mio agio, protetta e libera. “Ogni tanto vedi il mare, ogni tanto vedi il muro” ci ha raccontato un ex imprenditore veneziano arrivato a Fuerteventura per il lockdown e rimasto lì a lavorare in un locale con la moglie. Io il muro intorno alle isole non lo percepisco, anche se lo capisco. Da Fuerteventura non vedevo l’ora di tornare a Lanzarote, per quanto sia stata benissimo in una delle spiagge più belle mai viste, Pajara, vicina alla più famosa Sotovento. E non è solo questione di vulcani: a Tenerife c’è il Teide, a Fuerteventura il Calderón Hondo, a Las Palmas il Cumbre Vieja (che è pure attivo), a Gran Canaria il Bandama. Tutto l’arcipelago è vulcanico, ma mentre nelle altre isole si vedono solo i coni, Lanzarote è una distesa di lava e di sabbia nera, dove spuntano i cactus e le viti.
Ecco, le viti di Lanzarote a me commuovono profondamente. Mi danno speranza. Mi fanno ricordare perché sono ancora fiduciosa. Per la bellezza. Per l’impegno. Per la genialità. Ogni volta che andiamo a Lanzarote io e Filippo passiamo un sacco di tempo a zonzo per l’isola in macchina e a piedi ma tutti e due, se potessimo, faremmo avanti e indietro per La Geria, la zona dei vigneti, dove le viti sono protette dal vento come neonati, come bambini, come vite, più che viti.
Appena finisco il libro scriverò una mini guida a Lanzarote, spiagge e ristoranti compresi. Oggi volevo cominciare a ragionare su quello che ho imparato qui, tra un po’ di insofferenza milanese e fascino per lo stile di vita canario. La lezione di vivere su un’isola che un giorno è stata ricoperta di lava, costringendo gli abitanti a fuggire e a ricominciare a nord, è intrecciata all’idea di mañana, l’“indefinito futuro” tipicamente spagnolo. Ma nell’indefinito futuro c’è questa cura quotidiana dei vigneti, un’accoglienza turistica gentile e allegra, una velocità di costruzione e manutenzione che da noi si vede poco. Mai come su un’isola che mescola la luce africana alla cultura spagnola, con ancora qualche traccia della dominazione normanna e una linea urbanistica precisa e salvifica, ho capito con forza quello che sento da tempo, forse da sempre: che per fare quello che ci sta a cuore la passione conta più della fatica, il che non vuol dire che la fatica non ci sia (quelle viti possono essere coltivate solo a mano, muovendosi a piedi nella sabbia vulcanica), ma che non può essere imposta, soprattutto non paternalisticamente. La fatica imposta è schiavitù, anche a scuola. È la fatica scelta di quando siamo coinvolti che ci fa imparare, scoprire, riuscire, fare e infatti quando succede non la chiamiamo più tale.
Non sono sicura di avere capito Lanzarote e mai vorrei fare quella che va lì in vacanza tre volte e le spiega al mondo, ma sicuramente le Canarie hanno fatto capire qualcosa di me, a me. Che va benissimo essere contemporaneamente svagata ed efficiente, mañana e presente, cialtrona e precisa.
Spigolature
Tra i libri letti ho amato follemente Nuoto libero, il libro ideale per capire chi, come me, pensa solo a quando può praticare il suo sport preferito. Sport che se avessi un altro fisico sarebbe il surf, per questo grazie a Don Winslow ho sublimato una passione mancata leggendo La pattuglia dell’alba e L’ora dei gentiluomini. Come sempre con Winslow sotto la trama avvincente c’è una ricostruzione sociologica da grande storico. Godibile anche l’ultimo Nesbo, Luna rossa, con più Oslo del solito (e quindi bene).
Di Lanzarote parlerò più estesamente, ma se stai pensando di andarci a breve, chiedi pure. Ci sono un paio di posti da evitare (a meno che tu non voglia scrivere un reportage sui residui del turismo degli anni ‘90) ;-)
Agenda
quando vuoi: Pronto Soccorso AI, 35 euro, un videocorso per avvicinarsi alle intelligenze artificiali
il 25 maggio alle 12: la terza Writers’ Room di Story Hacking, solo per abbonati (ma c’è un periodo di prova)
il 25 giugno dalle 10:30 alle 17:30: workshop di yoga e time management con me e Artemisia, in offerta per tutto maggio
Shopping
Che cosa ho comprato (idea rubata a Domitilla che l'ha rubata al Post)
ho speso tutto in viaggi e regali
un vestitino un po’ fricchettone comprato ad Harìa
Ricordo, soprattutto ai nuovi arrivati (grazie!) che i consigli di questa newsletter non sono in vendita, però ogni tanto i libri che leggo mi vengono regalati dall'editore e su molti link c'è un codice di affiliazione, cioè se clicchi e compri io prendo una piccolissima percentuale (e a volte tu uno sconto).
Readwise (app di condivisione di sottolineature)
WestWing (bonus di 30 euro)
You need a budget
i fiori di Colvin
Hellofresh (primo pasto gratis)
Buon tutto. Grazie di esserci. Mafe